L’abbigliamento bianco da cuoco: normative e tradizione

Scopri la normativa che regola l'abbigliamento da cuoco per garantire igiene e sicurezza in cucina. Leggi il nostro articolo per conoscere le disposizioni in vigore sui capi d'abbigliamento, le calzature e gli accessori obbligatori per i professionisti del settore culinario. Mantieni al sicuro te stesso ed i tuoi clienti.

04 Mag 2023

L’abbigliamento da cuoco non riguarda solo lo stile, ma è fondamentale per garantire sicurezza e igiene in cucina. In Italia e all’estero esistono normative specifiche che regolano l’abbigliamento professionale dei cuochi. In questo articolo vedremo le disposizioni in vigore per assicurare che i professionisti del settore siano adeguatamente equipaggiati.

 

Normative italiane sull’abbigliamento da cuoco

In Italia, l’abbigliamento da cuoco è regolato dal Decreto Ministeriale 21 marzo 1973, che disciplina l’igiene degli alimenti e degli ambienti di lavoro.

  • Articolo 6: Il personale addetto alla produzione e somministrazione di alimenti deve indossare indumenti puliti e adeguati al lavoro svolto.
  • Articolo 7: I cuochi devono indossare “indumenti chiari, puliti e, ove necessario, copricapo” per garantire igiene e sicurezza durante la preparazione dei cibi.

Oltre a queste norme, associazioni come l’Associazione Cuochi Italiani (ACI) e l’Associazione Italiana Cuochi (AIC) forniscono linee guida per l’abbigliamento professionale, indicando l’uso di capi e accessori protettivi come giacche, grembiuli, pantaloni e scarpe antinfortunistiche.

 

Cosa prevede l’abbigliamento da cuoco?

L’abbigliamento da cuoco deve proteggere da ustioni, schizzi di liquidi caldi e contaminazioni alimentari. Ecco i capi più comuni:

  • Giacca da cuoco: realizzata in tessuto ignifugo e traspirante, protegge da calore e schizzi.
  • Pantaloni: resistenti e confortevoli, solitamente di colore scuro per mascherare eventuali macchie.
  • Grembiule: protegge ulteriormente la divisa e deve essere cambiato frequentemente.
  • Cappello da cuoco: essenziale per raccogliere i capelli ed evitare contaminazioni.
  • Scarpe antiscivolo: conformi alla normativa EN ISO 20345, garantiscono sicurezza e comfort.

Tuttavia, le normative che regolano l’abbigliamento da cuoco possono variare in base al paese o alla regione. In ogni caso, l’obiettivo principale è quello di garantire la sicurezza e l’igiene in cucina, prevenendo potenziali incidenti e riducendo il rischio di contaminazione alimentare. Per questo motivo, è importante che i cuochi rispettino le normative in vigore e utilizzino l’abbigliamento da lavoro corretto per svolgere il proprio lavoro in modo professionale ed efficiente.

 

 

Perché l’abito da cuoco per tradizione è bianco?

L’abbigliamento professionale da cuoco tradizionalmente è bianco per diverse ragioni. In primo luogo, il bianco è considerato un colore pulito e igienico, che consente di individuare facilmente eventuali macchie di sporco o di cibo sulle uniformi dei cuochi. In secondo luogo, il bianco riflette la luce, rendendo più facile vedere ciò che si sta cucinando in ambienti con scarsa illuminazione. L’abbigliamento bianco ha anche un’origine storica, in quanto i cuochi di corte e le loro brigate indossavano abiti di colore bianco per distinguersi dai servitori, che invece vestivano di nero. L’abbigliamento bianco da cuoco è diventato una sorta di uniforme riconoscibile in tutto il mondo, simbolo di professionalità e di competenza nel campo della cucina.

 

Regole e buon senso, la base per una corretta igiene

I vestiti da lavoro, come i pantaloni, le giacche, i camici, i copricapi, le calzature e i grembiuli, necessitano di essere puliti e riposti all’interno dell’armadietto personale separati dal proprio abbigliamento normale e dagli oggetti personali. In aggiunta, tali indumenti devono essere utilizzati soltanto durante il lavoro e adatti alla mansione svolta. Il copricapo è obbligatorio e deve essere indossato in modo che tutti i capelli siano racchiusi all’interno.

Durante il lavoro è obbligatorio rimuovere orologi, anelli, bracciali, orecchini, collane e qualsiasi altro oggetto che possa costituire un pericolo per lo sviluppo di microrganismi e che potrebbe cadere come corpo estraneo negli alimenti e ove necessario utilizzare guanti specifici.

In particolare, le calzature da lavoro per il settore alimentare e della ristorazione devono essere conformi alla normativa specifica EN ISO 20345, che prevede requisiti aggiuntivi rispetto alla normativa EN ISO 20347. Ad esempio, le calzature da lavoro per cuochi devono essere in materiale lavabile e resistente ai liquidi, antiscivolo, dotate di una suola protettiva e anti-perforazione e, se possibile, traspiranti.

Le calzature da lavoro utilizzate dai cuochi devono essere idonee al tipo di lavoro svolto, rispettare le normative locali e garantire la sicurezza e l’igiene necessarie in cucina.

 

Le Norme HACCP: Cosa sono e Come Si Applicano Nella Ristorazione

Il sistema HACCP, Analisi dei Rischi e Controllo dei Punti Critici, consiste in un insieme di regole atte a preservare l’igiene e la sicurezza degli alimenti durante la loro preparazione. Tale protocollo è imposto dal decreto legislativo 193/2007 e prevede che il responsabile dell’azienda alimentare adotti misure atte a prevenire l’ingestione di cibi contaminati.

Il sistema HACCP, originariamente sviluppato negli anni ’60 negli Stati Uniti per assicurare pasti sicuri e controllati agli astronauti NASA in missione, è diventato una normativa fondamentale per le aziende alimentari. Grazie alla sua efficacia, l’HACCP è stato adottato a livello globale per garantire la sicurezza e l’igiene alimentare. Scopri di più sull’importanza del sistema HACCP per la tua azienda alimentare.

I protocolli HACCP riguardano anche l’abbigliamento degli operatori della ristorazione, quali chef, cuochi e camerieri. A seconda del ruolo ricoperto, sono previste specifiche norme riguardanti la scelta dell’abbigliamento, come ad esempio l’utilizzo di copricapo, l’assenza di gioielli e smalto per le unghie, e l’uso di scarpe antinfortunistiche.

Le indicazioni dei protocolli è quello di indossare abbigliamento comodo e funzionale, come divise, scarpe antinfortunistiche, bottoni e tessuti ignifughi. In molti casi, viene scelta una divisa uniforme per l’intero personale, utilizzando colori o elementi specifici per differenziare i diversi ruoli.

Il datore di lavoro ha l’obbligo di fornire l’abbigliamento da lavoro ai propri dipendenti e di provvedere alla sua manutenzione, che deve avvenire in luoghi separati da quelli in cui si indossano i vestiti usati fuori dal ristorante. Se il lavoratore è tenuto a lavare autonomamente la propria divisa, il datore di lavoro deve riconoscere un rimborso per tale attività.

Vuoi approfondire? Leggi l’articolo dedicato all’HACCP: origine, normative, funzionamento e obblighi.

 

 

I nostri 5 consigli per un abbigliamento da cuoco a prova di norme

Ecco 5 consigli per un corretto abbigliamento da cuoco, a prova di norme:

  1. Indossa un grembiule: deve coprire dal petto alle ginocchia ed essere cambiato frequentemente.
  2. Scegli pantaloni adeguati: comodi, resistenti e non aderenti per facilitare i movimenti.
  3. Usa una giacca professionale: deve essere in tessuto traspirante e con chiusura a bottoni.
  4. Indossa scarpe antinfortunistiche: proteggono da scivolamenti e cadute di oggetti pesanti.
  5. Evita gioielli e accessori: possono rappresentare un rischio per l’igiene e la sicurezza.

Seguire queste regole non solo aiuta a rispettare le normative, ma garantisce anche maggiore sicurezza e professionalità in cucina.

 

 
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